martedì 22 maggio 2012

Vintage la mia passione......cos'è il vintage..........tendenze......................................................storia..........

 Fernanda Pivano ..............La mia vita in un gioiello




"Ornamenti come squarci di esistenza": così sono stati definiti i bijoux collezionati dalla grande traduttrice. Oggi una mostra li espone per la prima volta. Ecco le immagini in esclusiva per D di Simone Marchetti

Ci sono donne importanti, intelligenti, a volte geniali, da cui non ti aspetteresti una passione per la moda. Fernanda Pivano, scomparsa nel 2009 a 92 anni, era una di queste: ponte intellettuale tra l'Italia del dopoguerra e gli Stati Uniti dei grandi scrittori, traduttrice e artefice della conoscenza italiana della letteratura d'Oltreoceano, coltivava anche una passione per i gioielli. Una mostra,"Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone" (dal 5/4 al 18/7 2011, presso Galleria Credito Valtellinese, a Milano) si occupa di questo universo privato oltre alle famose lettere e ai grandi diari che hanno accompagnato la sua vita.
La passione di Fernanda per i gioielli nasce nel 1965 a Santa Fe, nel New Mexico, dopo quel decennio da sogno che la portò a far conoscere in Italia nomi di grandi scrittori come Hemingway, Fitzgerald, Ginsberg, Kerouac o Borroughs. Per l'esattezza, il 19 aprile di quell'anno la traduttrice scambiò un sacchetto di marshmellowes con una collana di un indiano nativo. "Un cilindretto di chicchi gialli, rossi e blu", scrive nelle sue memorie, "legati a due pezzetti di cuoio e a un'unghia di coniglio". Quel momento è l'incipit di una piccola ossessione, la raccolta meticolosa di bijoux primitivi o etnici.
Fernanda detestava chiamarli gioielli: quella parola, borghese in tutte le sue sfaccettature, era quanto di più lontano ci fosse dalla sua passione. Per lei, quei piccoli scarabocchi di pietre e corde erano romanzi, piccole memorie che raccontavano "una specie di prova che in quel posto c'ero proprio stata, con quella certa persona avevo proprio parlato, quei certi colori, sguardi, odori, suoni erano state realtà tangibili e non soltanto sogni della mia insaziabile ansia di vedere, toccare, sentire tutto il raggiungibile sul nostro pianeta". Questa brama la spinse oltre: fu tra le prime, nella Milano della grande rinascita negli anni Sessanta, a ripudiare le pietre preziose in favore delle creazioni di plastica di Paco Rabanne o Ettore Sottsass (anche queste in mostra), giusto qualche mese prima che tutte le damazze del capoluogo lombardo buttassero nei bauli fili di perle e diamanti, in favore dei nuovi bijoux di design.
Nella vita di tutti i giorni, però, Fernanda preferiva indossare solo tre anelli d'argento, con more "tremblant", che enfatizzavano i suoi gesti ampi e calorosi sulla sua scrivania "così coperta di carte da non lasciare spazio per appoggiare le braccia". In mezzo a tanta letteratura, questa passione per la moda non risulta, poi, così strana. Anzi: sembra un monito a quanto bello, interessante e profondo possa essere ogni oggetto quando è scelto per la storia che racconta più che per lo status che rappresenta.

Cosa: Fernanda Pivano - Viaggi, cose, persone.
Dove: Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Corso Magenta, 59 Milano
Quando: da martedì a domenica 12-19:30 (apertura straordinaria il 25 Aprile)
INGRESSO LIBERO